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CUCINA SANA - POESIE - STORIE

Perché cucinare senza soffriggere

Io credo che, al di là di ogni sacrosanta indulgenza verso i piaceri del gusto che in quanto donna del Toro sarei l’ultima a poter impunemente rinnegare, il modo di mangiare e cucinare semplice e sano che ho appreso da entrambi i miei genitori sia stato un regalo più prezioso di mille libidinose ricette.

Ognuno dovrebbe sapere che riscaldare il cibo alle alte temperature necessarie a friggere o a soffriggere, crea molti radicali liberi e molte tossine, entrambi responsabili dell’invecchiamento e dei danni al Dna. Mia madre mi ha insegnato che qualunque cibo, o quasi, che contempli nella sua preparazione una fase di frittura, può essere preparato omettendo questo passaggio, e, per la verità, era proprio mio padre che lo esigeva. In linea con questa “filosofia”, lo scopo di questo blog non è tanto quello di condividere con voi delle ricette, sebbene mi concederò questo piacere che per noi donne è una gran parte della gioia di cucinare, ma di suggerirvi un metodo di cottura molto semplice che potrete adattare a quasi ogni vostra ricetta. Spero che anche voi mi manderete una ricetta speciale da condividere, dopo averla adattata a questo metodo di preparazione senza frittura. Ogni settimana sorteggerò a caso tra le ricette che riceverò e ne pubblicherò una. Non sceglierò, ma lascerò scegliere al caso, perché non mi sento proprio all’altezza di giudicare. Inviatemi, se volete, anche una poesia o una riflessione e siate così coraggiose da corredare il tutto con delle vostre foto o della vostra famiglia, così sapremo chi è responsabile di questi “misfatti”. Noi donne siamo brave a non prenderci troppo sul serio, d’altra parte non potremmo sopravvivere alla vita da giocoliere che oggi, più che mai dobbiamo condurre, se non fossimo capaci di ridere delle nostre imperfezioni. Questo non è chiaramente il blog di una “domestic goddess”.

Dunque, quando ho cercato negli insegnamenti di mia madre, il percorso da seguire per quella sana alimentazione che aveva consentito a lei e a mio padre di giungere e superare la soglia dei 90 anni in ottime condizioni di saute, mi sono resa conto che mia madre non aveva mai dimenticato ciò che molte donne oggi, assediate dalle lusinghe di troppe sirene culinarie, sono più o meno passivamente abituate a d ignorare: il rapporto tra cibo e salute, tra la cura dell’alimentazione e la cura del corpo: “Perché noi”, era solito dire mio padre, “siamo soprattutto ciò che mangiamo e respiriamo”.

 

L’utilità del test genetico per un benessere a lungo termine

Ma il quadro della mia rinascita alimentare non sarebbe completo se non vi raccontassi di un altro importante evento che è all’origine del mio passaggio da una nutrizione distratta ad un’alimentazione più responsabile per me e i miei cari: il mio incontro con la Nutrigenetica. Si è trattato, per la verità di un incontro molto ravvicinato dal momento che mio marito ha iniziato a lavorare in questo campo dal 2002 ed è considerato uno degli esperti maggiori del campo, nonché responsabile del primo test di Nutrigenetica al mondo. La Nutrigenetica, come dice la parola, è la genetica applicata alla nutrizione. Dunque, non a torto, è considerata il futuro della nutrizione, perché con un metodo per nulla invasivo - un tampone viene passato sulla mucosa della bocca e viene poi analizzato da un laboratorio di genetica - ci rivela la nostra predisposizione a malattie molto comuni, legate soprattutto all’alimentazione, come il diabete, malattie cardiocircolatorie, osteoporosi, processi infiammatori, ecc.

In base alle variazioni genetiche rilevate, un intelligente software elabora consigli per un’alimentazione personalizzata, tenendo conto, ad esempio, della suscettibilità individuale alle tossine presenti nel cibo e dunque alla capacità di detossificazione. Altri importanti fattori di rischio analizzati, sono le malattie cardio-vascolari che dipendono anch’esse dall’interazione tra geni ed alimentazione: osteoporosi, infiammazione e metabolismo dell’omocisteina, metabolismo dell’alcol, del sale, della caffeina e delle vitamine. Tutti questi processi metabolici dipendono dalle variazioni genetiche di cui siamo portatori. È un dato di fatto, come è un dato di fatto che l’unica arma che possediamo per intervenire sulle nostre predisposizioni alle malattie comuni passa per l’alimentazione e lo stile di vita. Perciò, conoscere i nostri fattori di rischio e modificare in base ad essi le nostre abitudini alimentari è un gesto di grande responsabilità verso la nostra salute e quella dei nostri cari. Noi non possiamo modificare i nostri geni ma possiamo influenzare il modo in cui essi si esprimono. Voglio farvi un esempio molto semplice che sono certa vi farà comprendere come funziona l’arcano.

 

I miei geni mediterranei mi predispongono ad un’abbronzatura abbastanza veloce e senza scottature se mi espongo al sole; ma sono io che realizzerò questo potenziale esponendomi al sole: se non lo faccio non mi abbronzerò. Analogamente, se sono un genotipo nordico, la mia pelle è potenzialmente incline a scottarsi al sole con conseguenze anche gravi a lungo termine; sarà tuttavia una scelta mia quella di espormi o meno al sole nei modi consigliati per il mio genotipo ed in tal modo minimizzare i danni. Il genotipo è dunque un potenziale, io lo attualizzo con una scelta di alimentazione o di stile di vita, e ciò che si esprimerà attraverso le mie scelte è quello che si chiama fenotipo. Lo stesso discorso vale per l’alimentazione e le malattie ad essa variamente connesse, come il diabete, malattie cardiocircolatorie, processi infiammatori ecc.

Così fu che io venni a sapere attraverso il mio test genetico che vi sono due importanti geni (GSTT1 e GSTM1) che sono responsabili della rimozione delle tossine dal nostro corpo e che in me uno di essi era spento, ovvero la mia detossificazione funzionava solo per metà, una circostanza peraltro molto comune (30% della popolazione). Questo significava un aumentato danno al Dna, specie in presenza di tossine, come quelle della frittura e soprattutto quando questa sia impiegata costantemente nella preparazione dei cibi. Nel mio caso, dunque, la frittura era particolarmente sconsigliata, come lo erano anche i cibi grigliati e affumicati, due metodi di cottura che creano grandi quantità di tossine, dannose per tutti, ma soprattutto per chi ha una detossificazione “non eccellente”. Alcuni soggetti hanno entrambi i geni spenti. Infatti, l’aspetto più importante del test di Nutrigenetica è il momento “costruttivo”: i consigli sull’introduzione di modifiche nella propria dieta e stile di vita che neutralizzano o migliorano queste variazioni genetiche potenzialmente svantaggiose. Ciò che rende utile la conoscenza delle variazioni genetiche di cui siamo portatori sono i cosiddetti studi di “intervento”. In questo caso specifico molti studi avevano dimostrato che in presenza di questa variazione in cui uno o entrambi i geni per la detossificazione sono spenti, l’introduzione di crocifere (cavoli, broccoli, verza, ecc.) nella dieta, almeno 3 -4 volte alla settimana, riportava il danno al Dna a livelli normali. Ovviamente, mi ritenni fortunata di aver saputo che avevo questa variazione perché, avendolo saputo, potevo intervenire per migliorare la mia salute a lungo termine.

Come potrei in un blog in cui parlerò di cucina ed altro, non parlare anche di nutrizione? Purtroppo, oggi le due cose sono spesso scisse: parlare di buon cibo non significa quasi mai parlare di alimentazione e nutrizione. Vi sono i blog di cucina e vi sono i siti per le diete. Il piacere e ahimè! Il dovere… È una sfida ardua cercare di far convivere i due mondi in uno stesso blog. Ma se non vi riuscirò avrò fallito totalmente nella missione che mi sono prefissa: quella di aiutarvi a vivere una vita “low toxins”, non una dieta, appunto, ma una vita, quindi, anche attraverso un’alimentazione sana e “gustosa” e la condivisione di varie conoscenze. In questo, anche voi potrete aiutarmi con le vostre ricette e consigli utili, come ho già detto.

Un’altra importante scoperta della Nutrigenetica che interesserà alla maggior parte di noi donne e uomini, spero infatti che anche gli uomini parteciperanno a questo blog, è che una caloria non è uguale per tutti gli esseri umani, poiché ognuno di noi ha una sensibilità soggettiva ad ingrassare con i carboidrati e/o i grassi saturi. Io, ad esempio, in uno spettro da uno a dieci ho una sensibilità medio-alta ai grassi saturi: 5.8, e molto bassa ai carboidrati: 1.5. Ciò significa che ingrasso molto più facilmente se mangio un wurstel piuttosto che con pane e pasta. Questa conoscenza è molto importante quando si cerca di perdere peso, poiché la maggior parte delle diete tendono a ridurre drasticamente i carboidrati e questo non funziona per tutti.

Perdere peso è sempre un processo arduo, non vi è dubbio, ma avere un approccio personalizzato che ci consenta di lavorare in sintonia e non contro i nostri geni è sicuramente un vantaggio, e con la nutrigenetica noi possiamo sapere, appunto, esattamente cosa e quanto ci fa ingrassare. Nessun obiettivo nella vita viene raggiunto senza uno sforzo mirato, ed io sono irritata, come la maggior parte di voi, credo, da coloro che descrivono alcune donne come delle dee che sono naturalmente in forma, naturalmente bellissime, naturamente eleganti, naturalmente questo e quello…con lo scopo di farci sentire che noi invece apparteniamo ad una razza inferiore! Amare sé stessi è un’arte che si apprende gradualmente nella vita, imparando a conoscere il proprio corpo e la propria anima, e consiste spesso nella capacità di raggiungere un giusto mezzo tra due estremi. Tuttavia, tale “giusto mezzo” non è lo stesso per tutti, ma varia anche a seconda del nostro make-up genetico. Ricordiamoci sempre, inoltre, che queste “dee” che ci vengono proposte come modelli, non sono sempre felici, anzi…

Non mi è possibile in uno spazio così limitato ( ma ne parlerò ancora se volete), spiegare quanto abbia influenzato nel tempo la mia salute, ma anche il mio aspetto fisico, lo scoprire quale fosse il mio hardware e adeguare ad esso la mia alimentazione ed il mio stile di vita. Piccoli cambiamenti, per la verità, ma che a lungo termine fanno una grande differenza. Sapere come mangiare meglio in armonia con il mio make-up genetico, quali sono i miei punti di forza e quali le mie debolezze, e come intervenire per modificare ciò che la natura mi ha donato, è stata una delle conquiste più importanti per aiutare il mio corpo e quello delle persone che amo. È ovvio, infatti, che la prima forma di amore deve essere diretta al corpo di coloro che amiamo. Tutto il resto segue da ciò.

 

Buon Appetito e tutto il resto….

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